On the Line
LUNGOMETRAGGIO

On the Line

di Leo Mattei, Alex Gohari - Francia68 min

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Il film è visibile dalle 8 del mattino per 24 ore.

All’esito di quella che è stata definita una politica di “tolleranza zero” voluta dall’amministrazione Trump, ogni anno oltre 100.000 messicani che vivono negli USA vengono deportati in Messico benché abbiano vissuto, lavorato e pagato le tasse dall’altra parte del confine. Così, persone che vivevano in USA da decenni insieme alle loro famiglie e ai loro figli – a tutti gli effetti cittadini statunitensi – finiscono per ritrovarsi separati da questi, senza alcuna possibilità di ricongiungimento.
La camera di equilibrio fra questi due mondi è Tijuana, città di confine in cui confluiscono le vite spezzate dei migranti. Mentre a nord del muro si apre un passato fatto di identità e storia personale, a sud dello stesso si intravede un futuro spersonalizzato e privo di prospettive, ove la spirale dell’esclusione, per i deportati dall’America, si fa cinica e spietata.
Partendo da queste premesse, il documentario racconta le storie di Richard, Rocio e Sergio: tre messicani espulsi dagli USA dopo una sentenza inappellabile che adesso vivono a Tijuana, dietro il muro. Ed è proprio sull’elemento del ritorno forzato che si snoda l’intera trama del film, mostrando senza pietismi le difficoltà che queste persone hanno incontrato, i traumi e le violenze subite, il senso di impotenza e disperazione che li accompagna e le dipendenze che hanno sviluppato nell’illusoria speranza di alleviare, anche per poco, il loro dolore. In questo viaggio, dall’altra parte del confine, entra in gioco la lotta quotidiana delle loro famiglie rimaste negli USA, costrette a vivere senza la presenza di un padre, una madre o un compagno. La loro quotidianità, colpita da una fredda decisione amministrativa, non sarà mai più la stessa.
On the line racconta la storia intima di una realtà geopolitica, e rivela un confine che infrange i destini, fa a pezzi le famiglie e lascia tracce persistenti.

Alex Gohari ha iniziato la sua carriera come reporter per la redazione di France Télévisions. Per 6 anni ha seguito i principali eventi di cronaca internazionale, in particolare i conflitti siriano e ucraino. Nel 2012 decide di trasferirsi in Iran per diversi mesi e realizza, per Arte Reportage, il suo primo importante reportage sui migranti afghani, Les petites mains de Téhéran. Adesso vive in Messico da 5 anni dove continua il suo lavoro su questioni sociali e geopolitiche, connesse al tema dell'immigrazione. Con Léo Mattei ha diretto La Bestia (Arte Reportage, 2018), sul treno preso clandestinamente dai migranti latinoamericani e Mexico: à la recherché desmigrants disparus (Arte Reportage, febbraio 2018) che ha ricevuto il Grand Prix a FIGRA 2019.

Léo Mattei vanta un’esperienza decennale come reporter indipendente per più agenzie di stampa (AP, AFP) e canali internazionali. Con il suo lavoro ha documentato i maggiori conflitti degli ultimi anni (Libia, Siria, Mali, Repubblica Centrafricana). Ha anche diretto, con Alex Gohari, Les veines ouvertes du géant indien (Arte Reportage 2009) e Mexico: à la recherché des migranti disparus (Arte Reportage, febbraio 2018) che ha ricevuto il Grand Prix (meno di 40 minuti) a FIGRA 2019. Il suo lavoro si focalizza in particolare sulle questioni relative all'esilio. Vive in Messico da circa 5 anni.

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